Sì all’iniziativa contro i minareti

Un’iniziativa popolare è stata depositata l’8 luglio 2008, provvista di 113’540 firme valide, intesa ad introdurre nell’Articolo 72 della Costituzione un terzo paragrafo che vieta la costruzioni di minareti in Svizzera.

I tre passaggi seguenti presi dal sito degli iniziativisti riassumono le loro motivazioni:

– Il minareto come edificio non ha alcun carattere religioso, ma è il simbolo di quella rivendicazione di potere che, in nome della libertà di religione nega i diritti fondamentali agli altri – ad esempio l’uguaglianza davanti alla legge di tutti, quindi di ambedue i sessi – mettendosi con ciò in contraddizione con “la Costituzione” e con l’ordine legale della Svizzera;

– Con l’iniziativa, si otterrà la garanzia che l’ordine sociale e legale inscritti nella Costituzione mantengano nel tempo in Svizzera la più assoluta validità.  Si respingerà così qualsiasi tentativo di certi ambienti islamici di introdurre anche in Svizzera qualche sistema legale orientato verso la Sharia;

 Non viene toccata invece dall’iniziativa la libertà religiosa che è garantita quale diritto fondamentale a tutti dalla nostra Costituzione.

Il Parlamento e il Consiglio federale raccomandano al popolo di respingere questa iniziativa. Le loro motivazioni possono essere riassunte come segue:

– Viola la libertà religiosa.

– Il divieto di edificare minareti non impedirà né la costruzione di moschee né la divulgazione di tesi poco compatibili con i valori del nostro ordinamento giuridico da parte di certi ambienti musulmani integralisti, dentro o fuori una moschea.

– Minaccia la pace religiosa e rischia di radicalizzare una parte della popolazione musulmana;

– Rischierebbe di suscitare reazioni di incomprensione all’estero. Potrebbe altresì accentuarsi la minaccia di attentati terroristici contro la Svizzera.

– Può avere delle ripercussioni negative sulla nostra economia.

Il messaggio federale precisa che l’autorizzazione alla costruzione di minareti “può essere vincolata a una condizione, ad esempio il divieto di usare il minareto per chiamare alla preghiera i fedeli“.

Il 9 settembre 2009, i Vescovi svizzeri hanno preso posizione contro questa iniziativa. Lo stesso dicasi per il Consiglio svizzero delle religioni e per la Commissione federale contro il razzismo. Ma l’ultima parola appartiene al popolo che è chiamato a pronunciarsi il 29 novembre 2009, pro o contro la costruzione dei minareti in Svizzera.

Personalmente voterò per l’iniziativa contro i minareti, per le ragioni seguenti:

1) Il divieto dei minareti non viola la libertà religiosa

Coloro che sono contro questa iniziativa stimano che essa violi l’articolo 15, paragrafo 1 della Costituzione svizzera, che dispone:

La libertà di credo e di coscienza è garantita.

Ma in realtà il divieto dei minareti in Svizzera non viola questa libertà. I minareti non sono per niente necessari per la preghiera. Il musulmano può pregare in qualsiasi luogo, a condizione che sia pulito. E questa iniziativa non proibisce la preghiera, e nemmeno la costruzione di moschee. P

ersonalmente ho autorizzato dei musulmani a pregare nella mia casa.

2) I minareti rischiano di mettere in pericolo la pace confessionale

I minareti sono serviti in ogni tempo per chiamare alla preghiera. Non si tratta dunque di una semplice costruzione di decorazione. Basta andare al Cairo per comprendere che i minareti sono una fonte di seccatura pubblica che rivolta persino dei musulmani, che chiedono di tagliare i fili dell’elettricità al fine di mettere fine alla cacofonia che generano.

Certamente, il Consiglio federale può esigere che i minareti non siano utilizzati per chiamare alla preghiera. Ma una volta che i minareti sono costruiti, i musulmani non si fermeranno lì, e chiederanno di poterli utilizzare per chiamare alla preghiera come fanno i Cristiani con le loro campane, invocando il principio della reciprocità. Ciò non tarderà a provocare delle tensioni che metteranno in pericolo la pace confessionale. Ora, la pace confessionale è altrettanto un principio costituzionale quanto la libertà religiosa. È previsto dall’articolo 72, paragrafo 2 della Costituzione svizzera che dispone:

Nell’ambito delle loro competenze, la Confederazione e i Cantoni possono prendere provvedimenti per preservare la pace pubblica fra gli aderenti alle diverse comunità religiose.

Se i musulmani stimano che chiamare alla preghiera sia una manifestazione pubblica che fa parte della libertà religiosa, è possibile farlo oggigiorno senza ricorrere a dei minareti, regolando i loro telefoni portatili, le loro radio e i loro computer personali, come si fa per la sveglia.

Alcuni diranno che se si vieta i musulmani d’avere dei minareti, bisogna pure vietare ai Cristiani d’avere le loro campane. Ma nessuno impedisce a coloro che sono disturbati dalle campane di fare un’altra iniziativa intesa a vietarle. Ed il popolo sarà allora chiamato a pronunciarsi su una simile iniziativa come lo fa contro i minareti.

3) Aprire il dibattito su tutte le questioni

I musulmani in Svizzera sono passati da 16’353 nel 1970 a 310’807 nel 2000, secondo le cifre ufficiali della Confederazione. Forti del loro numero, non cessano di mostrare pubblicamente le loro rivendicazioni che assomigliano a delle bambole russe (matrioska). Il numero di queste rivendicazioni non cessa di crescere: il porto del velo e del burqa, la non-partecipazione ai corsi di nuoto, la macellazione rituale degli animali, i cimiteri separati, la non mescolanza nelle cure ospedaliere, la creazione di tribunali religiosi musulmani, eccetera. La costruzione dei minareti non fa che aggiungersi a queste rivendicazioni.

L’iniziativa contro i minareti dovrebbe essere un’occasione per aprire il dibattito sull’insieme delle rivendicazioni dei musulmani per vedere in quale misura queste rivendicazioni possano essere soddisfatte o respinte. È essenziale far comprendere ai musulmani che la Costituzione svizzera riconosce loro dei diritti ma impone anche loro dei doveri.

Coloro che sostengono la costruzione dei minareti in Svizzera invocando il paragrafo 1 dell’articolo 15 della Costituzione, dimenticano gli altri paragrafi che dispongono:

2) Ognuno ha il diritto di scegliere liberamente la propria religione e le proprie convinzioni filosofiche e di professarle individualmente o in comunità.

3) Ognuno ha il diritto di aderire a una comunità religiosa, di farne parte e di seguire un insegnamento religioso.

4) Nessuno può essere costretto ad aderire a una comunità religiosa o a farne parte, nonché a compiere un atto religioso o a seguire un insegnamento religioso.

Ora, i musulmani non rispettano queste tre cifre. Allora che praticano il proselitismo in Svizzera, vietano a qualsiasi musulmano di lasciare la sua religione. Conosco dei musulmani convertitisi al Cristianesimo che nascondono accuratamente la loro nuova religione per non farsi aggredire dai musulmani. Nei matrimoni misti, il diritto svizzero lascia ai due coniugi il diritto di decidere della religione dei loro figli, mentre in realtà il congiunto musulmano impone la sua religione ai suoi figli. L’articolo 14 della Costituzione dispone che “il diritto al matrimonio e alla famiglia è garantito”. Ora, i musulmani permettono il matrimonio di un musulmano con una non-musulmana monoteista, ma esigono che colui che voglia sposare una ragazza musulmana si converta all’Islam, violando allo stesso tempo la libertà religiosa che il diritto al matrimonio.

Segnaliamo pure che un buon numero di paesi musulmani da cui provengono i musulmani non rispetta la libertà religiosa dei non-musulmani. È precisamente il caso dell’Arabia saudita che costruisce le moschee in Svizzera e altrove, ma che vieta qualsiasi presenza di chiese sul suo territorio, e
che imprigiona ed espelle qualsiasi persona che compia un culto religioso non-musulmano con degli altri, persino nella sua casa. In altri paesi (non tutti), le chiese sono sottomesse a degli attacchi da parte della folla musulmana, e le autorità pubbliche sottomettono a delle condizioni impossibili la costruzione, o anche la riparazione delle chiese sul loro territorio. Questi paesi non mancano di criticare la Svizzera a causa dell’iniziativa contro i minareti, ma si dimentica il non-rispetto della libertà religiosa dei non-musulmani sui loro territori. Bisogna dunque ricordare loro e spiegare loro che il divieto dei minareti in Svizzera non impedisce ai musulmani di praticare la loro religione e di avere i loro luoghi di culto.

4) Ingenuità delle chiese e della Commissione federale contro il razzismo

La posizione delle Chiese e della Commissione federale contro il razzismo in favore della costruzione dei minareti in Svizzera fa ricordare che queste autorità “morali” hanno pure preso posizione in favore della macellazione rituale e in favore dei cimiteri religiosi separati. Facendo così, queste autorità danno prova di un’ingenuità magistrale. Ricordiamo pure che la Commissione federale contro il razzismo critica, a giusto titolo, qualsiasi discriminazione di cui sono vittime i musulmani, ma non ha mai preso posizione contro le discriminazioni generate dalle norme musulmane o dai musulmani. Facendo così, questa Commissione, invece di combattere la xenofobia e il razzismo, non fa che incoraggiarli.

Per le ragioni summenzionate, voterò per l’iniziativa contro i minareti e invito tutti gli Svizzeri a fare lo stesso, nell’interesse della pace confessionale in Svizzera … e nell’interesse dei musulmani.

Sami Aldeeb

www.sami-aldeeb.com

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